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Parlare di tutto - con uno sguardo particolare alla società - senza curarsi del politically correct.

RADIO PENSIERO ALTERNATIVO


(Puntata dell'8 gennaio 2013)

Ben ritrovati sulle frequenze di Radio Pensiero Alternativo.
E’ davvero tanto tempo che non ci sentiamo, su queste onde… l’ultima puntata, notavo proprio ora, data 31 ottobre 2012!
Bene, è il caso allora di colmare subito la lacuna.
Il discorso che ho in mente è – tanto per cambiare – lungo: di musica da ascoltare ce n’è tanta, anzi tantissima.
Prima ancora di introdurre il tema della puntata (peraltro rilevabile dal titolo), partiamo proprio dalla protagonista assoluta di questa operazione: la musica.
E partiamo da qui!



Fiona Apple, cantautrice e pianista statunitense, classe 1977, ha il compito di aprire questa lunga, lunghissima cavalcata su uno dei temi da cui storicamente la musica – più o meno leggera – ha tratto ispirazione: la notte.
Sì, ho pensato di parlare della notte, in questa nuova puntata, e di collezionare, quindi, tutte canzoni che abbiano nel titolo il termine “night”, in una qualunque delle sue declinazioni. "Night", e non notte, visto che – si sa – qui a Radio Pensiero Alternativo, alla fine, è la musica straniera quella che va più di moda. Straniera e datata, senza ombra di dubbio, anche se proprio in questa puntata, sotto questo aspetto, vedrete qualche bella eccezione.
E la prima è proprio il brano appena eseguito, che è del 2012, giusto l’anno scorso. Quarto album per questa straordinaria interprete, dotata di una voce strepitosa, sorretta da una gran tecnica (cosa così rara da queste parti, tra Xfactor e Amici vari…). Ancora non ho avuto modo di sentire l’ultimo album - dal titolo chilometrico, abbreviato per antonomasia in "The idler wheel..." - ma i primi tre sono stati uno migliore dell’altro, senza ombra di dubbio: alcune delle cose migliori degli ultimi 10 anni.
Dunque, come detto, parleremo di notte, notte in linea generale o notte in particolare, “la” notte, o “sta” notte, o “l’ultima” notte, o “ogni singola notte”. Tutte vanno bene. “Every single night” è, infatti, proprio il titolo del brano di Fiona Apple che ha aperto questa carrellata. E l’abbiamo aperta decisamente in modo problematico: “Every single night's a fight with my brain”, canta Fiona, in un brano in cui la notte è usata dalla cantante per fare i conti con se stessa, conti che decisamente non tornano come dovrebbero.
Proviamo allora a dare subito una sterzata verso un tipo di notte più tranquillizzante.



Data poco più di un anno l’ultimo album di Michael Bublé, uscito sotto Natale, intitolato “Christmas”, ed interpretabile come un classico “album di Natale” (del resto, visto titolo e quant’altro, le premesse c’erano tutte!). Nell’album l’artista interpreta una serie di “classiconi” natalizi, oltre a qualche canzone originale, come questa "Cold december night". L’atmosfera è quella giusta per il Natale, con tanto di campanelli da slitta.
Decisamente, ci siamo spostati su un’atmosfera ben più tranquilla dell’inquietante brano di apertura!
In questo excursus nella notte, mi sono ritrovato – pur limitando la scelta alla musica che in qualche modo conosoco e riconosco – con un’impressionante quantità di materiale. Ho dovuto operare delle scelte dolorose, ma per quanta selezione potessi fare mi sono reso conto che non avrei mai potuto arrivare a tagliare tanto materiale da rientrare in una puntata sola. Così ho deciso di impostare due puntate, in prima battuta, che sono poi diventate tre.
E poco fa, mentre dicevo che mi ero limitato al materiale in lingua inglese, mi è venuto in mente che si potrebbe fare tranquillamente una quarta puntata speciale, tipo appendice, con brani italiani... vedremo!
Per intanto, sempre cercando di limitare le chiacchiere il più possibile, partiamo con il terzo brano di questo viaggio.
Quando si parla di notte, se non si hanno menti problematiche come la Apple, e non ci si trova a Natale come Bublè, uno dei temi che in assoluto la fanno da padrone è, sai la novità, l’amore!



Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, ha recentemente intrapreso un’interessantissima carriera solista. Per ora siamo solo a due album, ma già così il discorso è molto particolare. L’ultimo album, in ordine di tempo, è ancora del 2011, ed è un album davvero stranissimo: “Ukulele songs”. Lo dice il titolo: sono tutti brani in cui l’unico strumento in campo è un ukulele. Sì, a lungo andare può essere un po’ palloso! Lo riconosco! Ma a piccole dosi è incantevole. I brani sono tutti piuttosto brevi, ed alcuni sono cantati in duetto, come questo. “Tonight you belong to me”, cantato in coppia con Cat Power, parla di un tema classico dell’amore, anzi proprio delle notti d’amore: lui, lei e l’altro. Sei di un altro, ma stanotte sei mia… Torneremo sul tema, ovviamente.
Per intanto, ascoltiamoci un’altra chicca, sempre da quest’album.



E qui invece sono pianti e lacrime. “Sleepless nights”, notti insonni. E perché sono insonni le notti? Perché lei se n’è andata. Perché? Dove? Con chi? Non sa come sto? Non sa quanto ho bisogno di lei? Ma tant’è, se n’è andata. Occorre farsene una ragione, e magari scrivere una bellissima canzone! Può sempre servire.
Bene, è ora di svelare l’ultimo aspetto di questo... “viaggio nella notte in tre puntate più forse una quarta” che faremo insieme. Sarà un viaggio a ritroso nel tempo. Siamo partiti dai giorni d’oggi, dai tempi moderni (in barba a chi dice che su questa radio facciamo solo musica preistorica), e via via ci muoveremo indietro nel tempo, operazione che mi sembra comunque adatta all’atmosfera notturna, ed a quel minimo di mistero che sempre la circonda.
C’è ancora spazio, quanto al 2011, per un capitolo, proprio intorno alla mezzanotte.



L’atmosfera si fa calda, anzi torrida. E’ la prima notte piena di sesso quella della corsa in cui ci porta Mary J. Blige. “Midnight drive”, tratta dall’ultimo album della cantante “My life II… the journey continues” contiene questo duetto con Brook Lynn, in cui il testo è quanto mai in linea con la musica. E questa volta nessuno piange da solo! Questa notte è una notte vissuta in compagnia, a fare cose che spesso… si crede che di notte vengano meglio!
Voltiamo l’anno, e andiamo un po’ più indietro, al 2010. Forse incontriamo qualcuno che ci racconta cos’è successo prima di questa notte torrida di cui abbiamo appena avuto notizie: qualcuno che ci racconta cos’è successo la notte prima.



Title track dell’ultimo lavoro degli Hooverphonic, gruppo belga che mai è riuscito a superare il successo dell’album d’esordio, “A new stereophonic sound spectacular”, e più in dettaglio del brano “Mad about you”, un hit intramontabile. Tra l’altro il gruppo si è trovato a dover affrontare la sostituzione della front-girl, della cantante, cosa sempre molto delicata. Noémie Wolfs, a mio avviso, non fa rimpiangere Geike Arnaert: due voci molto particolari entrambe. Dal punto di vista tecnico sembra che anche Wolfs sia perfettamente dotata. E dal punto di vista emozionale, entrambe le voci riescono a toccare un loro specifico tipo di corde. “The night before” non è la miglior traccia dell’album, secondo me, ma… questa c’era, che parlava di notte! E comunque, a dispetto di quanto detto poco sopra, il singolo è diventato platino, cosa mai riuscita prima per il gruppo, nemmeno con la “storica” “Mad about you”.
Sempre nel 2010 è uscito il nuovo (ed attualmente ultimo) album di una cantante che, con l’album precedente, mi aveva addirittura entusiasmato.



Con “One of the boys” avevo gridato al miracolo: del “sano” rock, purissimo, ben cantato, con la giusta grinta ed il giusto livello di scabrosità nella voce: Katy Perry mi aveva entusiasmato. Quest’ultimo lavoro, “Teenage dream”, mi ha lasciato decisamente più freddino. C’è un forte scivolamento nel commerciale, che lascia un po’ di amaro in bocca, viste le premesse. Questo brano, con una strofa che sembra una degenrazione dell’antichissima “When the World Is Running Down, You Make the Best of What's Still Around”, dei Police… - anche se può non sembrare possibile - e con un ritornello a valore aggiunto zero nel panorama musicale, si intitola "Last Friday night T.G.I.F.", dove l'acronimo sta ad indicare la frase: "Thank God it's Friday".
A testimonianza di quanto sostenuto nel “sottotitolo” di questo forum, a proposito di minoranze e maggioranze, dopo ciò che ho detto riguardo album e singolo, ecco quanto apprendo da Wikipedia: “Come i quattro precedenti singoli estratti da Teenage Dream, Last Friday Night ha raggiunto la vetta della classifica statunitense, permettendo alla Perry di eguagliare il record di Michael Jackson per il maggior numero di singoli numero uno estratti da un album. A settembre 2011, Last Friday Night aveva venduto 2.405.000 copie solo negli Stati Uniti. Il singolo ha avuto un successo globale, entrando in top ten in Regno Unito, Irlanda, Australia, Nuova Zelanda, Italia, Austria, Polonia e Ungheria e raggiungendo la vetta delle classifiche non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Repubblica Ceca e Slovacchia. Le critiche sono state generalmente positive e l'hanno definita una delle cinque potenziali hit pop del 2011.”
Ecco. Io, comunque, resto della mia idea!
E ora voltiamo decisamente pagina, passando dalla grinta e dall’esplosività della Perry all’eleganza retrò di un’altra cantante recentemente affermatasi.
Cosa si fa di notte se non si fa nessuna delle cose viste finora? Si dorme! E questo sarebbe inutile cantarlo dopotutto: troppo scontato. Ma se si sogna il discorso può tornare a farsi interessante. Se poi si vive e non si dorme, e si vive qualcosa che va al di là di quello che si sarebbe potuto sognare dormendo… il successo è garantito!



Album d’esordio rivelazione del 2010, “Deleted scenes from the cutting room floor” di Caro Emerald – cantante jazz olandese di Amsterdam - era tutto basato su una rivisitazione di atmosfere d’antan, in linea con questo brano, paradigmatico per l’album. Dall’album sono stati tratti diversi singoli, molto interessanti, che purtroppo da noi sono entrati nel “tritapalle” dei tormentoni pubblicitari, che alla fine risultano controproducenti per una canzone.
Probabilmente, comunque, il successo ottenuto è per la Emerald come la notte della protagonista del brano: al di là di ogni più rosea immaginazione. “A night like this”, elegante il brano, elegante il video, elegante la Emerald…
Tutta questa eleganza mal si addice agli spiriti della notte più inquieti ed inquietanti, inquieti come, sicuramente, è il prossimo personaggio che incontriamo in questo viaggio.



Siamo arrivati al 2009, con “21st century breakdown”, quartultimo album della band americana Green Day, guidata da Billie Joe Armstrong. Inquieto ed inquietante, ma non in questo frangente, visto che, per la sua ultima notte sulla terra (“Last night on Earth”), decide di cantare tutto il suo amore per la sua musa ispiratrice. “You are the moonlight of my life every night”, niente di particolarmente originale, ma sicuramente efficace!
E con questo sono già nove brani nella notte, a ritroso nel tempo, e siamo appena al 2009! Altro che radio preistorica!
Bene, con un altro passetto indietro ci spostiamo nel 2008, e troviamo un’altra voce femminile molto particolare, che, anche a causa del suo genere musicale, è sempre stata molto adatta alla notte.



In questa “White is in the winter night” non c’è solo la notte, chiaramente, ma c’è anche – ben evidente – il Natale. Il brano è contenuto in quello che al momento è l’ultimo lavoro di Enya, musicista irlandese attiva fin dalla fine degli anni ’80. L’album si intitolava “And winter came…” e conteneva brani relativi all’inverno, al freddo, ed al Natale. Questo in particolare, scritto con la paroliera storica di Enya, Roma Ryan, è stato pensato proprio come una “moderna” canzone di Natale. E direi che la missione è davvero compiuta.
Dalllo stesso album, ho pensato che anche quest’altra canzone facesse al caso nostro.



La notte è fatta (anche) per dormire, dormire e sognare, sognare e perdersi nei sogni, o perdersi nella persona che sogna accanto a noi, e se fuori fa freddo, sarò l’occasione per tenersi più stretti, sotto il cielo e le stelle, nel blu della mezzanotte. Ancora Enya, con un quadro ancora più sereno e rilassante: “Stars and midnight blue”.
Voltiamo pagina, ed abbandoniamo la serenità regalataci da Enya. Stesso anno. Stesso argomento di massima (la notte). Ma differenze enormi sotto l’aspetto musicale.



E’ un’atmosfera liquida, quella che circonda l’ultima notte scritta da Moby e cantata da Sylvia Gordon. “Last night” è da intendere proprio in senso letterale: “Questa è la tua ultima notte sulla terra, ricordaci per tutto ciò che siamo stati, e porta questi dolci ricordi con te, con te, e pianta questi semi in qualche posto nuovo.” Così diamo una sferzata di allegria a questa nostra notte che lentamente sta scivolando nel sonno (come del resto ogni notte prima o poi dovrebbe decidersi a fare!) L’album, del 2008, si intitolava come il brano, ossia “Last night”, e al momento è il terzultimo del musicista statunitense, autore di una delle più belle canzoni colonna sonora della storia: quella “Extreme ways” che sottolineò le imprese di Jason Bourne.
E visto che ho parlato di straordinarie colonne sonore, per continuare a passeggiare nella nostra notte, eccone un’altra, di colonna sonora strepitosa. La ritroviamo insieme ad un personaggio che ha già animato parte della nostra notte: Eddie Vedder.



Il primo album da solista di Vedder, uscì nel 2007 e fu “soltanto” la colonna sonora di uno dei più bei film degli ultimi 10 anni (se non forse addirittura il più bello): “Into the wild” - diretto da Sean Penn e interpretato come protagonista da Emile Hirsch – che racconta la vera storia di Christopher McCandless e del suo viaggio nell’America del Nord alla ricerca di se stesso e di una famiglia diversa da quella ricevuta dalla vita. Nel suo viaggio Christopher la famiglia la trova: trova dei genitori, una possibile moglie, un fratello, un nonno, ma disgraziatamente se ne accorge troppo tardi. Il film è stupendo, ed invito caldamente chi non lo avesse visto a colmare rapidissimamente questa lacuna. Possibilmente sarebbe opportuno vederlo su un grande schermo e con un buon impianto audio. Sì perché la colonna sonora, come detto interamente affidata a Vedder, è parte integrante del film a tutti gli effetti, essendo in totale simbiosi con esso, molto più di quanto generalmente non avvenga. “Long nights” ne è uno dei momenti più belli, e la voce di Vedder, inconfondibile, riesce a toccare le corde giuste, indubbiamente.
Ci avviciniamo alla fine di questa prima parte del nostro viaggio nella notte.
E con le ultime due canzoni faremo due bruschi salti temporali.
Già, perché con la prima ci spostiamo addirittura dal 2007 al 2000.



L’album si intitola “Light years”, ed è il primo album dell’era 2000 per l’australiana Kylie Minogue.
Mah! Decisamente non è il mio genere. Ma di notte parlava… “You kiss me, I'm falling. Can you hear me calling. You touch me, I want you. Feels like I've always known you.” Difficilmente prenderà il Nobel per la letteratura… Però un merito dobbiamo riconoscerlo, a questa "On a night like this": ha dato un po’ una sferzata all’atmosfera della nostra notte, che stava scivolando su toni troppo tetri!
Ma l’effetto dura poco, perché il brano con cui – per il momento ci lasciamo – sugella questo nostro viaggio notturno sui toni intimistici dai quali ci eravamo appena risollevati.



D’accordo, I toni riscendono… ma l’incanto di questo pianoforte e della strepitosa voce di Michael Stipe sono la cosa migliore da portare nelle orecchie, alla fine del viaggio, o no?
1992. L’album è uno dei più belli ed intimisti dei R.E,M.: “Automatic for the people”, che conteneva un’altra perla simile a questa: “Everybody hurts”.
E su questo "Nightswimming", bagno notturno, in cui l’oscurità avvolge misteriosamente la nudità del protagonista, chiudiamo questa prima parte del nostro viaggio a ritroso nella notte.
Tutta dedicata agli ultimi anni, questa prima parte ha superato di un balzo gli anni ’90, passando dal 2007 di Eddie Vedder al 1992 dei R.E.M.
La prossima puntata riprenderà il percorso dal 1986.
Un caso, che degli anni ’90 e poco oltre sia rientrato così poco? Forse no, tutto sommato.

Grazie a tutti per l'ascolto.
Un forte abbraccio, ed a risentirci alla prossima puntata di Radio Pensiero Alternativo, a brevissimo questa volta, con la seconda parte del nostro viaggio!