La dignità del dubbio.

Tra pensieri da avvocato del diavolo e interrogativi reali... potevamo "giocarcela" meglio?

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  1. Mancio65
     
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    Bisogna partire da alcune considerazioni preliminari.

    Un attivista, un sostenitore, un simpatizzante, un portavoce del M5S (da qui in avanti, per semplicità, "grillini", così capiscono di cosa parlo anche i critici) hanno, del moVimento, idee diverse da quelle che i sostenitori dei partiti tradizionali sono... convinti che abbiano!
    Questa è una cosa da tenere sempre ben presente, per evitare di coprirsi di ridicolo con frasi tipo: "Se fossi del Movimento 5 Stelle, darei la fiducia a Bersani".

    Chiarito questo, proviamo (in estrema sintesi e con una semplificazione eccessiva) ad esaminare quello che per un grillino rappresenta il bene per il paese.
    Il “bene del paese” ha diverse sfaccettature, ma passa – per lo meno per ciò che ho capito io del moVimento - sotto almeno due punti cardine inamovibili.
    1. Lo smantellamento dell'attuale sistema politico, attraverso il sovvertimento di tutte le regole che lo caratterizzano e che hanno portato questo stesso sistema ad autoreferenziarsi ed a vivere in modo esclusivamente parassitario sulle spalle dei cittadini.
    2. Lo smantellamento dell'attuale sistema economico, basato unicamente sulla speculazione sfrenata, fine a se stessa e senza alcun tipo di regola.

    Da questi due punti discende una miriade di conseguenze, tra le quali le principali sono (qui mi limito ad esempi) la democrazia diretta e partecipativa; il rifiuto di discorsi tipo: "ce lo chiede l'Europa", "ce lo chiedono i mercati"; il recupero di alcuni principi costituzionali (come la centralità del Parlamento) sconfessati dall'uso.

    Detto ciò, siamo di fronte subito ad un importante teorema. Per un grillino, l'assenza di governo NON E' il male peggiore.
    Se l'alternativa dev'essere un governo "quale che sia", perché - appunto - ce lo impongono l'Europa, i mercati, le agenzie di rating, o un governo come è stato quello devastante di Monti, un governo che continui a mettere pezze ed a rincorrere i voleri degli speculatori finanziari sulle spalle dei cittadini, se le alternative sono queste, il bene del paese, per un grillino, è farne a meno. Il bene del paese, per un grillino, è dunque diverso da quello che ritengono i sostenitori degli altri partiti.

    Si potrà discutere ore ed ore se questo concetto di bene del paese sia corretto o sbagliato, ma per un grillino questo è, bisognerà che gli altri se ne facciano una ragione.


    Vediamo poi quello che sarebbe invece il “bene egoistico” per il M5S. Be', qui il discorso è più semplice ed universale. Il bene per il M5S è prendere quanti più voti possibile di elezione in elezione. In questo - pur se con fini totalmente diversi, diametralmente opposti - il M5S non si differenzia da qualsiasi altra formazione politica che decida di presentarsi ad un'elezione.

    La differenza con le altre formazioni politiche sta nel fatto che il M5S privilegia il “bene per l’Italia” al “bene per il M5S”.
    Attenzione però, l’ho specificato prima: il M5S privilegia il bene per l’Italia che ritiene lui, non il bene per l’Italia che ritengono PD, PDmenoL, Monti, eccetera.
    Ai grillini dunque non interessa se la loro politica gli porterà più o meno voti: se è quella che ritengono valida per il bene del paese, l’applicheranno a prescindere.


    Ecco, le considerazioni preliminari sono finite. Era anche ora!
    Adesso veniamo al centro del discorso, a quei dubbi sul filo del rasoio espressi nel sottotitolo di questo post.

    Potevamo giocarcela meglio?
    Ovviamente, visto che mi ritengo un grillino, quel “giocarcela meglio” non va inteso in alcun modo come “bene per il M5S”, ma unicamente come “bene per l’Italia” (nell’accezione, lo puntualizzo per l’ultima volta, giuro!, data al concetto da un grillino).

    C’erano due opzioni fondamentali: dare o negare la fiducia a Bersani.

    Dare la fiducia a Bersani – è evidente – sarebbe stato un suicidio. Sarebbe stata la scelta sbagliata per entrambi i “beni” in gioco.
    Avrebbe significato esporsi – dopo i primi momenti da specchietto per le allodole - a tutte le classiche “porcate” da partito politico italiano. Dopo le concessioni di facciata dei primi momenti (tipo l’elezione di Grasso a Presidente del Senato, per la quale rimando a Travaglio e Caselli), la tirmurti (PDL, PDmenoL, Monti) avrebbe iniziato a muoversi come sa, vuole e deve. Al M5S non sarebbe rimasto da fare altro che ritirare la fiducia, venendo additato al pubblico ludibrio come infame traditore del pppaese. PDL e Monti sarebbe corsi a salvare il tutto, bombardando i cittadini di provvedimenti estremi, terrificanti, ma “vedete, sono necessari per colpa dei grillini che hanno voluto far fallire il governo, e i mercati ci hanno condannato per questo”.
    Suicidio del moVimento, ed assassinio del Paese (nel senso dei cittadini, non della trimurti).

    Negare la fiducia a Bersani ha, evidentemente, molti più lati positivi, ma anche alcuni negativi.
    Se verrà fatto il governissimo, infatti, il “bene del paese” andrà a farsi benedire. I cittadini italiani saranno condannati ad un altro periodo di montite… difficile veramente poterlo sopportare senza ricorrere – stavolta davvero – ai forconi. Per quanto riguarda il moVimento, la situazione sarà un po’ più positiva: si potrà stare all’opposizione, sbugiardando e svergognando per quanto possibile tutto quanto fatto dalla trimurti, cercando di capitalizzare nuovamente lo sdegno che creerà, e magari cercando anche, con questa osservazione continua, di canalizzarne in qualche modo le azioni (ma dubito che quest’azione possa davvero risultare efficace).
    Se si tornerà al voto, il bene del paese rimarrà in stand-by (non è – ripeto – con le pezze alla Monti che si fa il bene del paese). Il bene del moVimento… sarà tutto da vedere. Si dovrà eseguire una campagna elettorale abilissima, perché il fuoco della tirmurti questa volta sarà tutto, davvero tutto, contro il M5S, senza esclusione di colpi e senza eccezioni.

    C’era una terza strada?
    E’ questa l’origine del mio dubbio.
    Lo so, “terza strada”, “soluzione di compromesso”, “mediazione”, sono parole che fanno orrore ad un grillino, proprio per quanto dicevo in apertura.

    Ma – a ben pensarci – se una classe politica ha abusato di alcune parole, umiliandole, non possiamo prendercela per forza con le parole stesse. Voglio dire: “mediazione” non è una parola brutta, se la si usa correttamente. “Soluzione di compromesso” non significa necessariamente svendersi, se si applica con intelligenza.
    Certo, quando vedo Renzi che va dalla De Filippi, e vedo gli elettori del PD che dicono: "con Renzi avremmo vinto", penso a quanto è facile usare malamente quelle parole. Se un partito (che si definisce contro ogni evidenza) di sinistra, per vincere deve diventare sempre più di destra… che vince a fare? Trasformarsi definitiviamente in un partito di destra pur di vincere renderebbe inutile la vittoria.
    Ecco perché il M5S ed i grillini non possono preoccuparsi di perdere il voto di quelli che glielo hanno dato senza capire cosa davvero fosse il M5S. E se questo significherà ridimensionarsi, pazienza! Trasformarsi in un partito tradizionale pur di vincere renderebbe inutile la vittoria.

    Epperò…
    (ci arrivo, ci arrivo, al punto!)
    Torniamo al bene dell’Italia. Abbiamo detto che se si farà il governissimo, il bene dell’Italia andrà a ramengo. Se si tornerà al voto, ed il M5S uscirà ridimensionato (perché la paura che ci sta mettendo la trimurti, finirà per vincere sull’ignoranza – in senso buonissimo – di buona parte dell’elettorato), il bene dell’Italia sarà perduto per sempre... Siamo sicuri che – per il bene dell’Italia - non si potesse provare a sfruttare meglio l’occasione che si è presentata?
    La terza via… sicuri sia stato un bene per il paese rifiutarla?

    A cosa mi riferisco?
    All’ipotesi di uscire dal Senato al momento della votazione di fiducia al governo Bersani.
    Si sarebbe potuta ricreare, in questo modo, molto da vicino (con le dovute distinzioni) quella situazione siciliana che molti (questa volta anche tra i grillini) vedono come ideale per il momento che il paese sta attraversando.

    Il M5S avrebbe potuto tenere abbastanza in pugno il PDmenoL senza subire il ricatto dell’aver dato la fiducia.
    E avrebbe potuto votare i provvedimenti che riteneva giusti senza essere “formalmente” costretto a farlo a causa dell’iniziale voto di fiducia.
    Avrebbe potuto – in sostanza – avere i vantaggi dello stare all’opposizione, ed i vantaggi dell’essere l’unico puntello per un governo senza maggioranza.
    Avrebbe potuto – giocandosela bene – ottenere – subito, non in un ipotetico futuro – moltissimo proprio per il bene del paese.

    La decisione è stata un’altra. Si è deciso di chiudere la porta anche a questa prospettiva.
    Non sono sicuro – ripeto – che sia stata una buona decisione.
    E non saprei dire quali siano state le spinte che hanno portato al prenderla.
    Non mi sembra – a mio giudizio – che percorrere questa strada avrebbe significato “sporcarsi”, divenire meno puri, fare concessioni insopportabili alla propria natura. Ripeto, nessuno lo sta dicendo – anzi – a proposito di quanto accade in Sicilia…
    Forse su questa decisione è pesato il fatto che davvero sarebbe un percorso delicatissimo, tutto sul filo del rasoio, e che per portarlo avanti sarebbe stata necessaria un’estrema perizia ed esperienza in campo puramente politico. Perizia ed esperienza che – qui davvero parliamo di DNA e mi ci metto anche io –noi grillini non abbiamo, ma soprattutto NON VOGLIAMO avere.

    Eppure, forse, per il “bene del paese”, era una strada che avrebbbe potuto essere tentata...
    Chissà se riuscirò ad uscire da questo dubbio?
     
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  2. ilbubbu
     
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    Rispondo brevemente.
    Per quanti ne ho conosciuti i votanti del M5S sono di due tipi.
    il primo tipo è quello descritto nei primi due punti (smantellamento degli attuali sistemi politici ed economici)

    il secondo tipo è quello deluso dalla "sinistra" e in questo momento è deluso dalla decisione di un mancato accordo M5S-PD perché pensa che sarebbe stata l'occasione per far tornare, o meglio andare, il PD sulla "retta via". Un tentativo che in fondo già era stato fatto dallo stesso Grillo quando qualche anno fa avrebbe voluto partecipare alle primarie del PD.
    ma da allora n'è passato di tempo
     
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1 replies since 29/3/2013, 09:37   58 views
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