L'ipocrisia sulla vita degli altri

(post dal vecchio blog)

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  1. Mancio65
     
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    13.09.2012

    Il 20 febbraio 1958, in Italia, entrò in vigore una delle leggi più stronze (lo so, non è un esordio forbito, ma non posso farci niente... a volte l'autocontrollo deve compiere degli sforzi al di là delle mie possibilità) che la storia di questo paese (che già non scherza, quanto a leggi "così") abbia conosciuto: la Legge Merlin.
    Confesso pubblicamente una mia grandissima ignoranza in merito a chi fosse 'sta cima di Merlin che ebbe questa bellissima pensata!
    Oggi, sull'onda emotiva dell'ennesima (ennesima, ennesima ed ennesima) notizia di una prostituta massacrata nel bel mezzo di una città italiana, ho deciso di colmare questa lacuna.
    Vado su Wikipedia, e cerco "Merlin". Trovo quello che cerco: Lina Merlin (all'anagrafe Angelina), nata nel 1887, scomparsa nel 1979. Bene, andiamo un po' a vedere chi era 'sta cima di politica! Mi aspetto una democristiana, baciapile, cattofanatica, una Bernadette del Parlamento italiano.
    Leggo: "Lina Merlin [...] è stata una politica e partigiana italiana, membro dell'Assemblea Costituente e prima donna a essere eletta al Senato."
    Socialista, antifascista (sotto il fascismo subì cinque arresti in ventiquattro mesi), da sempre in prima fila per i diritti delle donne. Altro che democrisitana baciapile!
    Resta allora, però, la domanda. Come ha fatto una con queste idee e questi obiettivi a produrre un autogol così agghiacciante?
    I danni della Legge Merlin - non appena si riesce a sollevare dal cervello lo spesso e pesantissimo strato di ipocrisia che lo stordisce - sono di un'evidenza addirittura lampante.
    E la cosa "buffa" (se si potesse trovare qualcosa di buffo in questa tragedia) è che sono tutti danni che hanno ingigantito il problema che si voleva evitare: hanno portato le cose in una direzione diametralmente opposta a quella che si voleva percorrere. A mio avviso, ciò era evidente fin da subito.

    La prostituzione non è scomparsa, anzi è dilagata.
    Non è stata nemmeno "nascosta", perché quello che prima avveniva in una casa "chiusa", adesso avviene in mezzo alla strada.
    Lo sfruttamento della prostituzione è divenuto selvaggio, senza più la benché minima regola.
    La prostituzione minorile è diventata quella più richiesta, gettonata, utilizzata.
    La condizione delle donne - che prima potevano contare per lo meno su orari umani, ambienti confortevoli, regolamenti e limiti stabiliti, cure mediche e sanitarie, condizioni igieniche non proibitive (non ho usato le virgolette per tutti questi aggettivi... avrei dovuto metterle sempre) - è oggi divenuta quella di una totale riduzione in schiavitù, senza regole, senza confini, senza alcuna possibilità di controllo, senza il minimo limite.
    Ora, la domanda è questa. Secondo me - come detto - era del tutto evidente. DA SUBITO, che il risultato sarebbe stato questo.
    Non si è capito.
    Pazienza, nessuno è perfetto.

    Ora però sono passati 54 anni abbondanti dall'entrata in vigore di questa legge stronza.
    QUANTO ANCORA VOGLIAMO ASPETTARE PER FARE QUALCOSA?
    Quanto ancora l'ipocrisia - sola e vera regina imperante in questo tristo paese - dovrà farci chiudere gli occhi e girare la testa dall'altra parte, mentre una ragazza di 22 anni brucia viva sul marciapiede di una nostra città?
    Quanto schifo ancora riusciamo a fare prima che qualcuno provi - che ne so - a scendere in piazza per porre fine a questo orrore?
    Le manifestazioni - in merito - si fanno. Sono quelle dei cittadini dei quartieri "fighi" di Roma (tipo l'Eur), che scendono in strada a protestare perché la loro tranquillità, il loro orticello (che questa è l'unica cosa che muove gli italiani) è reso meno bellino pulitino curatino leccatino dalla presenza di queste terribili puttane proprio sotto casa. Questo è l'unico motivo per cui qualcuno protesta.
    L'unico risultato qual è? Una bella - ipocrita - retata. Quali le sue conseguenze? L'orticello degli abitanti del quartiere figo torna pulito per una mesata. Le prostitute vengono rimandate a casa con un foglio di via (o semplicemente rilasciate). Tornano nel loro paese, vengono prese per i capelli, picchiate/marchiate/bruciate a seconda di quanto sia stata loro colpa l'arresto o di quanto abbiano "parlato", e rimandate qui, nell'orticello del quartiere figo. Agli sfruttatori viene fatto qualcosa? No, ovviamente.

    Il problema, del resto, la vera malattia è la donna che si prostituisce. Non l'uomo che la sfrutta. Non l'uomo che ci va. No. La nostra società, la nostra ipocrisia, riesce ad individuare un solo colpevole. Il più debole, come sempre.
     
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0 replies since 1/10/2012, 12:25   43 views
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